Nel marzo del 2020 avvennero per me due fatti incredibilmente epocali: il lockdown nel mondo intero e la mia voglia irrefrenabile di lasciare tutto. Non sapevo se fossero concatenate le due cose, in quel momento non credevo che lo stare per la prima volta ferma dopo mesi, il pranzare a casa in piatti di ceramica (non nel solito porta pranzi) e lo stare inerte nella mia camera, potessero portarmi a prendere una decisione che avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
La voglia di lasciare tutto: “YOLO”
Come tutti, credevo che l’obbligo di rimanere a casa durasse poco e il mio unico cavillo era quello di ammazzare il tempo. Palestra la mattina, riprendere la lettura di un libro fermo da mesi stando al sole sul balcone, fare qualche dolce, infine, riprendere a scrivere. Fu proprio quest’ultima faccenda nel mio programma giornaliero che scatenò il batter compulsivo sui tasti del laptop che diventò irrefrenabile. Risorse in me una passione che giaceva latente e la mia testa era continuamente bombardata da un unico pensiero: vivere – finalmente – perché si vive una sola volta. “You Only Live Once”, una canzone del rapper Drake che conoscevo bene, e che, non sapevo, divenne poi l’acronimo nel 2021 per indicare quelli come me, un gruppo di uomini e donne con la spasmodica ricerca della felicità e di marciare in senso contrario verso una nuovo modo di lavorare: la Yolo Economy.
Successe poi che lasciai tutto davvero e scoprì che quelli che avevano fatto la stessa cosa erano molti, non solo su scala nazionale ma globale. E a quanto a pare noi, uomini e donne della Yolo Economy, facciamo parte di una tendenza sociale scatenatesi durante la pandemia. La ragione sta proprio nell’acronimo “You Only Live Once”, quindi, tu vivi una sola volta.
Perché la YOLO Economy è una tendenza dovuta alla pandemia
Ma perché questa tendenza è scoppiata proprio durante il lockdown? Non c’entra solo il continuo brainstorming dovuto dalle stare soli e quasi inerti, ma proprio perché la pandemia ci ha insegnato che si potesse lavorare da casa attraverso un pc, e che questo, in qualche modo, potesse comportare ad una libertà fatta da uno schermo portatile, una linea Wi-Fi e una presa elettrica per il caricatore. Questo era già stato affermato qualche anno prima dai dati dell’Osservatorio “Smart Working: il punto di vista di Gen–Z e Millennials” presentato dal business & community builder OneDay. Per i giovani l’ufficio è un importante punto di riferimento, ma il 60% considera la flessibilità un presupposto ormai irrinunciabile, a costo di lasciare contratti a tempo indeterminato.
Yolo Economy e Smart Working
Secondo la rivista Forbes, tra i settori più gettonati per tentare la svolta e riuscire a mantenersi in modi alternativi, gli Yolo Economers hanno deciso di misurarsi con mestieri come graphic designer, web marketer, social media manager ed e-commerce manager. Tutti lavori che creano un’imprenditorialità autonoma, agevole, fuori da ogni controllo predisposto in quattro mura.
Ma una seconda forma di Yolo Economers si è manifestata a livello nazionale con lo “spopolamento” nel Nord Italia e “ripopolamento” del Sud. E tra questi, ci sono io, che oltre a far parte della macro categoria dei Yolo Economers, la scelta “Yolo” si ripercuote nella micro categoria dei South Worker: gruppo di persone che lavorano in smart working dal sul Sud per aziende del Nord o che sono tornati “a casa” per cambiare vita.
Sempre secondo Forbes, in Italia gli Yolo Economers sono ritornati nelle loro regioni di origine grazie alle nuove possibilità di smart working oppure preferendo l’iniziativa imprenditoriale personale, magari recuperando mestieri di famiglia, che non avrebbero mai preso in considerazione prima della pandemia. Una tendenza che ha rivisto la ripresa di vecchi mestieri che vanno dall’agricoltura all’artigianalità, al turismo ribattezzato come Slow Turism, e che potrebbe promettere anche grossi investimenti da parte di aziende estere.
Eppure, c’è chi dice che la Yolo Economy non si sia sviluppata da solo ma che sia un’evoluzione della Job Hop (letteralmente salto di lavoro). Una tendenza di cui si parlava già nel 2018 per cui i Job Hoppers sono soprattutto Millienials con la tendenza a saltare da un ufficio a un altro. L’agenzia Future Workplace ne ha intervistati circa 1300 scoprendoche il 99% di loro pensa di cambiare lavoro ogni tre anni. Nel corso di un’intera carriera, questo significa che potrebbero arrivare a cambiare una ventina di impieghi diversi.
C’è poi invece chi come me che sta ancora iniziando la propria carriera e ha già cambiato una ventina di impieghi per colpa di contratti precari e lavori oppressivi! Chi è come me, preferisce un lavoro in cui ogni giorno si pensa “yolo” piuttosto che <<oggi mollo>>. E che avrà a che fare con clienti che pagano in ritardo e fatture di poco conto, ma che può dire di star vivendo la vita che voleva facendo pausa pranzo, questa volta, vista mare!