Siamo nel pieno di uno di quei crocevia in cui le scelte che facciamo avranno un peso molto più rilevante rispetto ad altri periodi. Tutto però passa dalla formazione adeguata dei professionisti. Ma stiamo facendo abbastanza?
Ecco cosa affronteremo all’orizzonte:
- Skill shortage: Il lavoro c’è, manca il personale qualificato
- L’80% delle imprese assume personale inadeguato
- Come salvare l’economia e affrontare la crisi climatica
Recentemente, abbiamo sentito parlare molto, di transizione sostenibile e digitale nel lavoro. Scremando tutta la retorica dietro certi proclami, dobbiamo giocoforza affrontare una realtà che non lascia troppo spazio alle interpretazioni: mancano le skill per coprire ruoli chiave nel mercato del lavoro.
Personale qualificato cercasi
Non a caso, si sente molto parlare Skill or Talent Shortage, e cioè un divario (Mismatch per quelli bravi) tra domanda di lavoro e offerta. Il fenomeno è già ampiamente diffuso e destinato ad aumentare se non ci sarà un intervento immediato.
Come riportato nel bollettino di Settembre 2023 dell’Osservatorio Excelsior di Unioncamere e Anpal, su 531 mila assunzioni programmate per il mese di Settembre, 252 mila sono rimaste scoperte. Secondo un altro studio Europeo, il problema riguarderebbe soprattutto le piccole e medie imprese. Negli ultimi due anni, il 61% di piccole imprese e l’80% di quelle medie, hanno incontrato serie difficoltà a trovare personale qualificato.
Un più ampio contesto in cui formarsi
Quindi, come si affronta questa situazione? Ci sono tre aspetti che gli analisti hanno individuato come cruciali per navigare proattivamente il prossimo lustro nell’ambito socio/economico globale:
- Il cambiamento climatico
- L’avanzamento tecnologico
- L’adattamento dei professionisti
No Plan(et) B
È noto che la crisi climatica stia obbligando sia i governi che l’industria a optare per soluzioni green che possano garantire il proseguimento della vita sulla Terra. Occorre perciò un adeguamento della filiera produttiva.
L’Intelligenza Artificiale e Formazione
Quando osserviamo l’avanzamento tecnologico, dobbiamo considerare due aspetti contrastanti. Da una parte l’intelligenza artificiale si sta sviluppando ad una velocità sostenuta e in questa prima fase sta togliendo lavoro a noi umani. Dall’altra però le nuove tecnologie per la produzione di energia pulita e la riduzione degli sprechi ed emissioni stanno creando nuovi mercati e posti di lavoro.
Formazione o stagnazione
Per questo motivo è necessario (tras)formare i professionisti e renderli adatti alle sfide di oggi e consentire all’industria di evolversi in una direzione Green & Digital.
Ma chi li forma i professionisti? Se da una parte è vero che il sistema scolastico e accademico italiano sia vetusto e distante dal mondo del lavoro, c’è da ribadire ancora una volta che l’industria non investe molto nella formazione, creando delle vulnerabilità potenzialmente fatali per l’ormai vitale transizione sostenibile e l’inevitabile trasformazione digitale.
La minaccia del clima e delle nuove tecnologie possono trasformarsi in opportunità in grado di creare un rinascimento economico mondiale, un’ occupazione di qualità su tutti i livelli, e un’ industria più pulita. Per questo è obbligatorio fare la scelta giusta, quella coraggiosa, quella dell’investimento sull’essere umano e sulla sua formazione per compiere quel salto che siamo forzatamente chiamati a fare.