Si parla spesso di smart working, coworking e spazi digitali in correlata e diretta annessione al mondo del lavoro, dunque alla fascia d’età interessata da tale attività. Seppur tralasciato e raramente collegato al mondo tecnologico, il mondo degli anziani inizia però ad approdare sulle coste del digitale.
È il caso di “Les jardin d’Haïti”, casa di riposo collocata a Marsiglia. Questo è probabilmente uno dei casi di co-working più eterogeneo: lo spazio viene vissuto dai suoi ospiti e al contempo dai giovani della città. Il direttore Laurent Boucraut ha deciso infatti di creare uno spazio di lavoro condiviso per gli studenti del quartiere. In questo modo gli scambi relazionali non sono solo tra colleghi (come normalmente accade in posti o uffici con un’organizzazione simile).
Tutt’altro: l'interazione avviene tra nuove generazioni e ospiti della casa. In questo modo i primi godono di uno spazio di lavoro a tutti gli effetti (con connessione internet, caffetteria, stampanti), i secondi vengono stimolati dai “giovani coinquilini” nell’aprirsi a un mondo altrimenti sconosciuto. Si potrebbe paragonare l’esperimento a uno scambio: spazio in cambio di tempo, per creare uno “spazio-tempo” favorevole ai giovani e di conforto agli anziani.
Non solo spazi di co-working.
Non si tratta solo di un’idea estremamente funzionale, ma si è di fronte a un’azione profondamente umana: la scelta del direttore crea un ecosistema, i cui benefici toccano ogni parte della comunità. Il progetto presenta infatti, oltre agli spazi di lavoro condiviso, un asilo nido (aperto in una sezione attigua) ed eventi condivisi da tutti i frequentatori, fissi o meno che siano.
Non escludiamo che l’esempio possa essere seguito nel resto d’Europa, nella speranza che contro alcuni malesseri degli anziani possano essere efficaci i momenti di socializzazione. Colmare il vuoto, in cui spesso si viene lasciati nell’ultima fase della vita, con la ricchezza dei più giovani, non può che fare bene a entrambe le parti.