Il tema della cybersecurity è qualcosa che riguarda anche piccole imprese e singoli individui, non solo grandi aziende e multinazionali. I dati supportano l'affermazione, nel 2022 l’83% delle organizzazioni hanno subito un attacco ai dati informatici, secondo un report di IBM. Quindi è facile capire il perchè sia necessario non sottovalutare la minaccia.
Quante volte ci connettiamo a internet? Quante video call facciamo ogni settimana? Con lo smart working e il lavoro da remoto le interazioni con i colleghi e clienti passano obbligatoriamente per video call. Fino ad ora, non abbiamo mai dubitato che la persona al di là dello schermo fosse falsa, generata da un software in grado di catturare i tratti somatici di un volto umano ed elaborarne i movimenti e le espressioni in maniera totalmente realistica.
La truffa
Eppure è quello che è successo ad una multinazionale britannica recentemente, che è stata truffata per 25,6 milioni di dollari. Ma non è tanto la cifra a suscitare sconcerto, quanto le modalità con cui la truffa è avvenuta. In pratica, un impiegato dell’azienda ha ricevuto una email dal suo direttore finanziario in cui gli veniva chiesto di procedere con una video conferenza. Durante la call, il direttore finanziario ha autorizzato un bonifico urgente da 25 milioni su 5 conti sconosciuti. Solo il giorno dopo hanno scoperto che il direttore non aveva mai autorizzato la transazione. Le indagini della polizia hanno portato alla luce il fatto.
Siamo tutti in pericolo?
L’intera conversazione era stata tra l’impiegato e una replica digitale del direttore finanziario, resa possibile dal deep fake supportato dall’intelligenza artificiale. Purtroppo è stato impossibile rintracciare i soldi e i criminali di una truffa che ha fatto il giro del mondo per la sua subdola pericolosità. Quello che viene naturalmente da pensare è che queste siano tecnologie avanzate e sofisticate, non certo alla portata del comune cittadino. La verità è ben diversa, purtroppo.
Open AI recentemente ha lanciato una versione beta di Sora, un software online in grado di trasformare qualsiasi testo in un video in alta definizione e realistico (Vedi galleria video). Praticamente, il software è in grado di tradurre delle semplici informazioni scritte in un video indistinguibile dalla realtà. Per questo è chiamato Text-to-video. Ma c’è di più.
Alibaba ha infatti lanciato EMO, un software capace di ripetere esattamente ciò che i truffatori hanno fatto con la multinazionale britannica. Qualsiasi persona può prendere un’immagine qualsiasi, anche la foto profilo di LinkedIn, e farla parlare a proprio piacimento (Ecco un esempio), chiamato appunto audio-to-video. Come ci proteggiamo allora da questa nuova minaccia?
Le soluzioni
Come prima cosa, bisogna precisare che purtroppo tutto quello che riguarda l’intelligenza artificiale è ancora terra di nessuno, dove le regolamentazioni faticano ad arrivare per una serie di ragioni evidenti, tra cui la velocità impressionante con cui questa tecnologia si sta sviluppando. Detto questo, un rimedio banale ma efficace potrebbe essere quello di limitare la diffusione della propria immagine e la proprio voce sui social e su internet in generale.
Anche utilizzare VPN e antivirus di ultima generazione è fondamentale. Ma il consiglio migliore, specialmente se si ha un’attività online o un’azienda, è quello di affidarsi a degli esperti di cyber security, una semplice consulenza potrebbe già fare la differenza.