La tanto agognata settimana corta, per Luxottica, sta diventando realtà. Tutto il personale, circa 15mila unità, potrà sperimentare la settimana lavorativa di 4 giorni, mantenendo lo stesso stipendio. Il progetto - che sarà su base volontaria in alcuni reparti all’interno degli stabilimenti di Agordo, Sedico, Cencenighe Agordino, Pederobba, Lauriano e Rovereto - è stato definito un "accordo sperimentale" e sottoscritto il 30 novembre dai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e le Rsu nell'ambito del nuovo contratto integrativo aziendale.
Settimana corta in Luxottica, in cosa consiste
Dopo Lavazza e Banca Intesa San Paolo, la settimana corta arriva anche a Luxottica. L’azienda ha deciso che circa 15mila lavoratori potranno lavorare per 4 giorni, invece dei consueti 5, a parità di salario. Una possibilità che riguarda tutti, non solo chi può fare lavoro agile, ma anche le linee di produzione. L’obiettivo? Migliorare il benessere lavorativo, senza tuttavia rinunciare alla produttività. La sperimentazione del nuovo orario, che inizialmente sarà su base volontaria e rivolto ad alcuni reparti di ciascun stabilimento, introduce 20 settimane lavorative a quattro giorni e 30 a cinque giorni. Risulta semplice intuire che nella settimana lavorativa a 4 giorni, il venerdì sarà un giorno di riposo pagato dall’azienda.
Un piccolo prezzo da pagare, comunque, per i lavoratori c’è: rinunciare a cinque permessi retribuiti all’anno, così da coprire altrettanti venerdì liberi, mentre gli altri 15 saranno invece a carico dell’azienda. Francesco Milleri, AD di Luxottica ha dichiarato: "In un'epoca di grandi trasformazioni economiche e sociali emerge l'urgenza di ridisegnare nuovi modelli organizzativi delle aziende per guidare il cambiamento verso percorsi che riconoscano e premino le professionalità e le eccellenze del nostro paese”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Milena Cesca, segretaria generale Cisl Belluno: “I lavoratori oggi alle aziende chiedono soprattutto tempo di vita, e la vera sfida è dimostrare che si può essere efficienti e produttivi lavorando meno ore.” Inoltre, all’interno del progetto vi è anche la concessione del part-time per tre anni, con contributi pieni ai lavoratori in uscita e l’assunzione per i più giovani con un contratto a tempo pieno.
Una scelta che sancisce nuovo passo avanti verso la concretizzazione di un modello, quello della settimana corta, che come vi avevamo raccontato in un articolo precedente, desta sempre più interesse ed è già realtà in altre parti d’Europa.