L’azienda le nega lo smart working, lei rimasta senz’auto va in ufficio a cavallo. TabitaGurioli ha percorso così a cavallo 13 km, da Mensa Matelica a Cesena, per andare a lavorare. E ha spiegato la provocazione che non è certo passata inosservata ai media locali, ma anche ai media nazionali, quali La Repubblica.
La Gurioli avendo la macchina fuori uso per un incidente avvenuto il giorno di Pasquetta, aveva chiesto di poter di rimanere operativa in smart working. Ma la banca dove lavora non glielo ha concesso e così lei, per protesta, è andata in sede in sella al suo cavallo. Già perché la nostra protagonista è pure titolare della scuderia,“L’oasi delle emozioni” in provincia di Ravenna, oltre a essere operativa al servizio clienti telefonico per la banca Crédit Agricole, filiale di Cesena appunto.
«Ho l’auto in officina, era mio diritto poter lavorare da casa, l’azienda permette lo smart working. Un abuso negarmelo. Questo gesto vuole essere un messaggio contro ogni abuso di potere», ha detto la donna al Corriere di Romagna. «La mia auto è fuori uso e ho chiesto di potere lavorare da remoto. La mia capa me lo ha negato dicendo che si trattava di una questione domestica e quindi avrei dovuto usare dei giorni di ferie», ha spiegato dunque per inciso l’impiegata.
Chissà come avrà preso la provocazione la manager, tra l’altro non sappiamo se il cavallo le abbia permesso di timbrare il cartellino in orario, ma il gesto è eclatante soprattutto se consideriamo che il settore bancario è stato proprio pioniere in Italia per l’introduzione del lavoro agile.
È evidente che l’auto in panne sia una questione domestica, come lo è un problema familiare e una malattia. Quindi perché non considerare l’urgenza come un’occasione per implementare lo smart working?
E qui veniamo a un quesito di fondo: è arrivato il tempo di considerare “il diritto allo smart working”? Come esistono le indennità, le ferie, i congedi parentali, ecc…Ne vogliamo discutere su questo magazine e ritorneremo sicuramente sulla faccenda.
In conclusione, però, mi preme sottolineare che a fronte della facoltà dell’azienda a non concedere lo smart working, è il caso di ricordare il significato di "smart" nella sua totalità: una modalità di esecuzione agile di una mansione ma anche una nuova cultura del lavoro.
Cover foto: © Il Resto del Carlino