L’esercito russo di mercenari Wagner è a corto di uomini dopo la battaglia di Bakhmut e anche la milizia fa recruiting online. Ma ha fatto il giro del mondo la notizia che abbiano scelto una nota piattaforma di contenuti hard per lanciare il messaggio di chiamata alle armi! Sembrava una leggenda metropolitana e invece ci sono le prove, prima che la piattaforma in questione rimuovesse l’annuncio video.
Nella clip si vedono due labbra velate di rossetto e un lecca-lecca che ruota con in sottofondo una voce femminile che sussurra in russo: “Siamo il miglior esercito privato nel mondo. Stiamo cercando combattenti in tutte le parti della Russia. Non toccarti, fai richiesta per un lavoro nel Gruppo Wagner”. E poi un numero di telefono che spunta fuori. C’è lo zampino del gruppo Wagner, la divisione di combattenti mercenari agli ordini dell’oligarca Evgenij Prigožin, che in Ucraina sta combattendo accanto alle truppe di Putin. Visibile solo in Russia, a quanto pare, ma la notizia è arrivata sui media internazionali.
Dopo qualche giorno di incertezze sull’originalità dell’annuncio, The Daily Telegraph ha diffuso una nota riportante le parole di Prigožin in cui rivendica l’idea di inserire gli annunci di Wagner sui portali pornografici come ottima idea dei suoi specialisti di marketing. Il 15 marzo la corrispondente russa del quotidiano inglese Nataliya Vasilyeva lo ha confermato nell’articolo “Wagner Group seek new recruits with X-rated Pornhub advert”. A quel punto la piattaforma chiamata in questione si è attivata per cercare e oscurare l’annuncio, ma questa storia di bizzarro recruiting online rimane.
AI e precarietà sul lavoro.
Sempre in questi giorni un’altra notizia di particolare recruiting ha destato curiosità ed è legata a OpenAI, la società balzata agli onori delle cronache non con la guerra in Ucraina ma per aver diffuso la generativa ChatGpt. E forse è ancora più bizzarra.
In un articolo del sociologo Antonio Casilli pubblicato su Domani del 23 marzo - “L’intelligenza artificiale renderà sempre più precario il mondo del lavoro” - sugli effetti di queste tecnologie sul lavoro, ci fa luce sulla documentazione di Gpt-4, l’ultimo software di OpenAi. In un centinaio di pagine del report, vi sono descritti i test con cui l’intelligenza artificiale è stata addestrata. A quanto pare i collaudatori hanno spinto il software pure a compiere azioni illegali, per insegnare all’intelligenza artificiale ad evitarle. Ma durante i test, Gpt-4 è sfuggito ai suoi controllori – come accade sempre agli apprendisti stregoni… - e ha tentato un attacco hacker contro un sito. Quest’ultimo però era protetto da ReCaptcha, quel tipo di controllo che chiede all’utente di dimostrare di essere umano risolvendo un puzzle, ad esempio dover riconoscere semafori, ponti, biciclette, ecc. Purtroppo per lui, Gpt-4 è un robot, appunto. Quindi per risolvere il puzzle, il software ha deciso di usare una piattaforma di recruiting di lavoratori a cottimo, nel tentativo di ingaggiare qualcuno che risolvesse il ReCaptcha per lui!
In conclusione, l’era digitale ci vede fare un salto avanti nel recruiting online e pone domande etiche. Se intelligenze artificiali e milizie mercenarie cercano candidati esattamente come possono fare gli HR su LinkedIn, non è il solito scenario da fantascienza in cui i robot sostituiscono gli esseri umani. È qualcosa con cui rischiamo di dover fare seriamente i conti.