La neurodiversità, un termine che descrive la naturale variabilità delle funzioni cerebrali umane, rappresenta circa il 15-20% della popolazione globale, secondo la National Library of Medicine. Questa percentuale include persone con autismo, ADHD, dislessia, disprassia e altre condizioni che influenzano il modo in cui percepiscono e interagiscono con il mondo.
In un contesto lavorativo sempre più orientato verso la diversità e l'inclusione, diventa essenziale progettare spazi e processi che accolgano le esigenze di tutti. Come detto a Startups Magazine da Guenaelle Watson, Managing Director di 360 Workplace e membro di Studio Alliance, "Il posto di lavoro è un mix ricco di profili differenti e quindi di esigenze uniche. È essenziale creare ambienti inclusivi che accolgano e supportino tutti i dipendenti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o mentali".
Watson sottolinea che il design inclusivo non riguarda solo l’accessibilità fisica, ma anche la rimozione delle barriere che generano stress o esclusione. "Gli ambienti inclusivi riducono al minimo gli attriti e favoriscono la produttività, permettendo a tutti di partecipare in modo equo, fiducioso e indipendente".
Ma come mettere in pratica questi principi? Gli esperti di Studio Alliance hanno sviluppato sei strategie per trasformare l’ambiente di lavoro in uno spazio che promuove il benessere e la produttività di tutti i dipendenti, inclusi quelli neurodivergenti.
1. Postazioni di lavoro flessibili: la libertà di scegliere il proprio ambiente
Ogni dipendente ha esigenze diverse, ma per chi è neurodivergente, queste possono includere preferenze sensoriali specifiche o stili di lavoro alternativi. Progettare postazioni flessibili significa offrire soluzioni come scrivanie regolabili, angoli tranquilli per la concentrazione o spazi collaborativi per chi preferisce lavorare in team.
Ad esempio, alcuni potrebbero trarre beneficio da scrivanie in piedi per favorire il movimento, mentre altri potrebbero preferire ambienti più raccolti e privati. Questa flessibilità consente ai dipendenti di trovare la configurazione più adatta al loro stile di lavoro, migliorando sia il comfort che la produttività.
2. Considerazioni sensoriali: un ambiente che riduce le distrazioni
Molti neurodivergenti possono essere particolarmente sensibili a luci, rumori o altri stimoli. Per esempio, un’illuminazione troppo intensa o un costante rumore di sottofondo possono diventare elementi di distrazione o disagio.
Per evitare questo, è possibile adottare soluzioni come:
- Illuminazione regolabile per adattarsi a diverse sensibilità.
- Sistemi di cancellazione del rumore o pannelli acustici per ridurre i suoni indesiderati.
- Materiali che assorbono i rumori, creando un’atmosfera più calma e concentrata.
Un ambiente sensorialmente equilibrato aiuta non solo i neurodivergenti, ma migliora il benessere generale per tutti i dipendenti.
3. Spazi tranquilli e rifugi: luoghi per ricaricarsi
La vita in ufficio può essere caotica, con interruzioni costanti e ambienti stimolanti. Per alcuni, questo è semplicemente parte della routine; per altri, come molti neurodivergenti, può essere estremamente stressante.
Creare spazi tranquilli – stanze isolate dal trambusto quotidiano – offre ai dipendenti un luogo dove ritrovare concentrazione o semplicemente prendersi una pausa. Questi spazi sono utili non solo per ridurre lo stress, ma anche per promuovere una maggiore creatività e produttività.
4. Navigazione chiara e segnaletica intuitiva
Orientarsi in un grande ufficio o in uno spazio dinamico può essere una sfida per chi ha difficoltà con l’orientamento spaziale o con i cambiamenti di routine.
Investire in una segnaletica chiara, percorsi ben definiti e mappe visive intuitive non solo facilita il movimento all’interno dell’ufficio, ma riduce l’ansia legata alla navigazione in ambienti complessi.
Un layout ben organizzato è particolarmente utile in situazioni di emergenza, in cui una guida chiara può fare la differenza.
5. Spazi per riunioni diversificati: adattarsi a stili comunicativi differenti
Non tutti si sentono a proprio agio nelle stesse modalità di comunicazione. Alcuni dipendenti possono preferire riunioni individuali o in piccoli gruppi, mentre altri prosperano in sessioni di brainstorming più ampie.
Creare una varietà di spazi – dalle piccole sale per conversazioni private a grandi aree collaborative – permette a ciascuno di esprimersi al meglio. Questo tipo di approccio non solo aumenta l’efficienza delle riunioni, ma promuove un ambiente di lavoro realmente inclusivo.
6. Coinvolgere i dipendenti nel design: un approccio partecipativo
Forse il passo più importante è coinvolgere i dipendenti nel processo di progettazione dell’ambiente di lavoro. Chiedere il loro feedback su ciò che funziona e su ciò che può essere migliorato garantisce che le soluzioni siano realmente efficaci e ben accolte.
Come sottolineato da Studio Alliance, questo approccio non solo porta a spazi più inclusivi, ma rafforza anche il senso di appartenenza e comunità tra i dipendenti. Coinvolgere chi vive lo spazio ogni giorno significa costruire ambienti che rispecchiano le esigenze reali, non solo ipotetiche.
Un investimento per tutti
Promuovere la neurodiversità sul posto di lavoro non è solo una questione di equità: è un vantaggio competitivo. Dipendenti supportati e valorizzati portano idee innovative, maggiore produttività e un ambiente di lavoro più armonioso. Come ci ricorda Watson, "un ufficio progettato per essere inclusivo non solo elimina le barriere, ma crea opportunità".
Essere inclusivi non è solo la cosa giusta da fare: è la cosa più intelligente da fare.