Il motto non ufficiale di Google era "Don't be evil", ma le recenti decisioni aziendali sembrano smentire questa promessa, generando malumore tra i dipendenti.
Google aveva stabilito regole etiche per l'intelligenza artificiale che vietavano lo sviluppo di armi, sistemi di sorveglianza o strumenti potenzialmente dannosi. Una promessa che rassicurava dipendenti e opinione pubblica, considerando gli enormi investimenti dell'azienda nella ricerca avanzata.
Ora queste clausole sono state rimosse. Secondo Business Insider, la decisione ha scatenato proteste sui forum interni, dove alcuni dipendenti hanno espresso preoccupazione e ironia attraverso meme. Uno raffigura Sundar Pichai chiedendo a Google "come diventare un appaltatore della difesa", mentre un altro, ispirato a una celebre scena comica, si chiede: "Siamo noi i cattivi?".
Parallelamente, Google ha avviato una revisione delle sue storiche politiche di diversità e inclusione (DEI), allineandosi alla nuova amministrazione Trump, che spinge per una deregulation e maggiori investimenti nel settore della difesa. Un cambio di rotta che potrebbe ridefinire la cultura aziendale e avere ripercussioni sul morale del personale.
Demis Hassabis, CEO di DeepMind, e James Manyika, vicepresidente senior per la tecnologia, hanno giustificato la svolta parlando di un "contesto geopolitico complesso" e della "sicurezza nazionale". Argomentazioni poco convincenti: la geopolitica è sempre stata complessa, e la sicurezza nazionale non è mai stata un tema secondario.
Come riportato da The Guardian, Google ha abbandonato il piano per aumentare le assunzioni da gruppi sottorappresentati e ha avviato una revisione interna delle iniziative DEI. Nel comunicato ufficiale, l'azienda afferma di voler garantire pari opportunità, ma sottolinea anche la necessità di adeguarsi alle nuove direttive governative.
Il ridimensionamento delle politiche DEI potrebbe avere effetti sul reclutamento e sul benessere dei dipendenti attuali. Google non ha mai avuto una reputazione impeccabile in tema di inclusione: nel 2021 un'inchiesta di NBC News denunciava casi di discriminazione interna e la tendenza dell'azienda a consigliare ai dipendenti vittime di razzismo o sessismo di prendersi un congedo per motivi di salute mentale.
Timnit Gebru e April Curley, due donne nere impegnate nella promozione della diversità nel tech, furono allontanate nel 2020 nonostante il loro contributo al settore.
E in Europa? Per ora Google Italia e le filiali europee non sembrano coinvolte in questi cambiamenti radicali. Le politiche DEI nel Vecchio Continente restano invariate, almeno per il momento. Tuttavia, con la casa madre sempre più influenzata dalle scelte politiche di Washington, la situazione potrebbe evolvere. Google non è più la stessa, e il suo futuro sembra dipendere sempre di più dai venti politici statunitensi.