Sempre più spesso si sente parlare di welfare aziendale: un concetto che, partito riferendosi a benefit tangibili come mensa aziendale, buoni pasto e carburante, negli ultimi tempi ha ampliato la sua definizione divenendo ogni anno più dinamico e necessario. Il welfare aziendale, infatti, comprende tutto ciò che ha a che fare con il benessere e la qualità della vita all’interno dei posti di lavoro: un tema che, soprattutto oggi, è sempre più caro alle persone. Eppure, nonostante i notevoli vantaggi, sono ancora relativamente troppe poche le aziende che decidono di adottarlo.
Welfare: uno strumento in continua crescita
Il benessere dei propri collaboratori è un fattore imprescindibile quando si parla di buona cultura aziendale: un tema che non solo permette di attirare e trattenere talenti rendendoli felici e coinvolti, ma che si collega fortemente alla valorizzazione delle imprese in una prospettiva di sostenibilità e investimenti ESG.
Un modo utile per impegnarsi verso tutto questo è sicuramente il welfare aziendale: uno strumento maturo, ben radicato, che permette alle aziende di offrire servizi e prestazioni dedicate alle persone dentro e fuori dalle mura dell’ufficio includendo anche forme di intrattenimento ed estendendo il concetto di benessere senza limitarsi ai benefit tradizionali come sport, cibo e spostamenti. Da qui nascono varie forme, come il welfare design o quello di prossimità, che oltre a tenere conto del benessere delle persone aiuta il territorio: l’azienda, infatti, può decidere di erogare un benefit che il lavoratore può spendere dove desidera, implementando così l’economia circolare.
Secondo i dati del CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, al 1° dicembre 2023 il welfare è previsto in 19 CCNL su un totale di 893. In questo contesto, quasi il 20% dei lavoratori italiani su 14.541.985 totali, hanno Contratti Nazionali (CCNL) che lo prevedono, come anche il 14% delle imprese totali: 219.123 su 1.546.376. Un dato che evidenzia come, nonostante questo strumento esista da molto e continui a espandersi aprendo grandissime possibilità anno dopo anno, il numero delle aziende che lo adottano è molto inferiore rispetto a quello immaginato.
Consigli utili all’approccio del welfare aziendale
Considerando quanto questo strumento possa essere un’arma vincente in fatto di fidelizzazione e incentivazione al lavoro in un contesto orientato al benessere di tutti e a 360 gradi, ecco qualche consiglio d’approccio:
- Affidarsi alle organizzazioni di categoria e ai consulenti del lavoro è il modo migliore per comprendere i benefici che il welfare può portare alle aziende. Risulta quindi molto utile affidarsi ai professionisti per capire come attivarlo nel modo migliore per la propria impresa.
- La sua diffusione ha portato alla nascita di un mercato dal valore potenziale di 2,8 miliardi di euro composto da società provider che, tramite l’utilizzo di piattaforme digitali, aiutano in modo sostanziale l’intermediazione tra domanda e offerta dei benefit pensati per i lavoratori.
- Le organizzazioni che vogliono includere questo strumento devono concentrarsi sull’ascolto dei feedback, delle aspettative e delle necessità delle persone. In questo modo, si può pensare di disegnare un progetto di welfare ad hoc. L’ascolto deve essere continuo, così che la percezione dei lavoratori sia sempre positiva e che le iniziative possano adattarsi e modificarsi sulla base delle loro esigenze.
- Le aziende, una volta adottato questo strumento, devono impegnarsi a comunicare nel miglior modo possibile con il proprio organico: illustrare i benefici insegnando ai propri lavoratori come usufruire.
- Considerando quanto uno strumento come questo sia in perenne evoluzione, è importantissimo rimanere sempre aggiornati sul tema per poter imparare e adattarsi ai cambiamenti in maniera agile e proficua.