Come le aziende stanno rivedendo la strategia DEI: adattamento o retromarcia?
Negli ultimi anni, molte aziende hanno adottato politiche di Diversità, Equità e Inclusione (DEI) per promuovere un ambiente di lavoro più inclusivo. Tuttavia, con l'ondata di abbandoni delle politiche DEI negli USA (più o meno forzati dall'amministrazione Trump), l'onda lunga arriva anche in Europa, ma in tono molto meno acuto e maggiormente gestibile. Questo potrebbe rappresentare un grande vantaggio per le aziende che, senza farsi prendere dal panico o da entusiasmi eccessivi, adottano un approccio realista per trattenere quanto di positivo le DEI propongono e stralciare alcuni eccessi. In fondo, non tutto era da buttare, anzi. Così come non vogliamo risultare 'bigotti o buonisti', magari non vogliamo nemmeno perdere il treno del lavoro fatto finora.
Un cambio di rotta strategico
Le aziende non stanno necessariamente abbandonando l'agenda DEI, ma la stanno ridefinendo in modo da non esporre l'azienda a critiche. Piuttosto che eliminare intere politiche di inclusione, si preferiscono piccoli passi, come semplificare i processi, ridurre la presenza di team dedicati all'inclusione e limitare le dichiarazioni pubbliche su temi sociali.
Cosa significa in pratica?
- Meno simboli, più pragmatismo: alcune aziende stanno riducendo l'uso di bandiere, slogan e simboli associati a battaglie sociali, senza però eliminare completamente i programmi di inclusione.
- Ridefinizione del linguaggio: evitare termini troppo espliciti o polarizzanti, sostituendoli con espressioni più generiche come "appartenenza" invece di "diversità e inclusione".
- Riduzione di ruoli e team DEI: invece di eliminare le iniziative, le aziende possono semplicemente evitare di sostituire posizioni vacanti nei team dedicati all'inclusione.
- Approccio pragmatico alla flessibilità lavorativa: promuovere il lavoro in presenza senza legarlo a una narrativa anti-"woke", ma piuttosto a questioni di produttività e collaborazione.
- Sostegno a iniziative meno divisive: evitare sponsorizzazioni o dichiarazioni politiche, concentrandosi su programmi di supporto alla comunità con un impatto tangibile e meno polarizzante.
Un'operazione di bilanciamento
Il cambiamento nell'approccio DEI non significa necessariamente un ritorno al passato, ma piuttosto un tentativo di evitare conflitti e salvaguardare la reputazione aziendale in un contesto politico e sociale sempre più complesso. La chiave sembra essere il compromesso: mantenere un impegno nella diversità e nell'inclusione senza esporsi a critiche o boicottaggi da parte di chi vede queste politiche come eccessive.
La domanda ora è: questa strategia più sottile e misurata riuscirà a mantenere la fiducia dei dipendenti e dei consumatori senza generare nuove controversie?