Ricerca inglese rivela un cambiamento radicale: e in Italia?
I dipendenti in modalità remota potrebbero presto ricevere una brusca sveglia. Secondo nuovi dati raccolti nel Regno Unito, molte persone stanno iniziando le loro giornate sempre più presto, segno che le politiche di ritorno in ufficio (RTO) stanno avendo effetto nei luoghi di lavoro britannici. Ma cosa sta accadendo in Italia?
Nel Regno Unito, un’analisi effettuata sui dati mobili di Virgin Media O2 ha mostrato che i comportamenti mattutini stanno cambiando. Nel 2024, il traffico dati mattutino è iniziato ad aumentare significativamente dalle 6:20, quindici minuti prima rispetto al 2020 (fonte: rapporto Virgin Media O2, 2024). Ma l’Italia segue lo stesso trend?
In UK, il ritorno al pendolarismo.
Parlando con The Times, il professor Russell Foster, esperto di sonno, ha descritto questi dati come un segnale positivo che più persone stanno prendendo sul serio i benefici del sonno.
Tuttavia, il rapporto di Virgin Media O2 suggerisce che dietro il risveglio anticipato potrebbe esserci un altro fattore: i mandati di RTO.
Utilizzando dati aggregati e anonimi, il rapporto ha rivelato che nel 2024 il pendolarismo è aumentato nel Regno Unito, con circa il 48% delle persone che si recano in ufficio cinque giorni a settimana. In media, il tempo di pendolarismo nel Regno Unito è di 27 minuti (quasi il doppio a Londra!), che raddoppiato per andata e ritorno equivale a quasi un giorno intero al mese trascorso su mezzi di trasporto.
E in Italia?
Similmente, anche in Italia si osserva un aumento del pendolarismo. Un’analisi dei dati mobili di TIM e Vodafone conferma che nel 2024 i comportamenti mattutini degli italiani stanno cambiando. Il traffico dati inizia ad aumentare significativamente dalle 6:30, venti minuti prima rispetto al 2020 (fonte: rapporti TIM e Vodafone, 2024). Circa il 50% degli italiani ora si reca in ufficio cinque giorni a settimana, con il mercoledì come giorno più popolare per i viaggi.
Uno dei principali vantaggi del lavoro remoto o ibrido è la possibilità di evitare il pendolarismo quotidiano, citato frequentemente dai lavoratori. Secondo l’ISTAT, nel 2022 il tempo medio di viaggio per raggiungere il posto di lavoro in Italia era di 30 minuti. Questo significa che i lavoratori a tempo pieno trascorrono quasi un giorno intero al mese su mezzi di trasporto (fonte: ISTAT, 2022).
Forse in preparazione alla routine quotidiana, i dati di TIM e Vodafone rivelano che anche l’orario in cui le persone vanno a dormire si è anticipato. Nel 2024, la maggior parte degli italiani spegneva i propri dispositivi mobili intorno alle 22:00, rispetto alle 22:30 durante il primo anno della pandemia (fonte: rapporti TIM e Vodafone, 2024).
La pressione dell’orario d’ufficio.
Sia in UK che in Italia, i dati suggeriscono che i datori di lavoro stanno diventando più severi riguardo l’orario di entrata. Mentre molti lavoratori hanno abbracciato orari flessibili (ad esempio, iniziando alle 10 anziché alle 9), il risveglio anticipato sembra indicare che alcuni si recano in ufficio più presto del desiderato.
In UK, aziende come Google e BT Group monitorano la presenza tramite badge. In Italia, grandi aziende come ENI e Intesa Sanpaolo hanno adottato misure simili, utilizzando i dati dei badge per monitorare la presenza. Leonardo, ad esempio, ha collegato la presenza in ufficio alle valutazioni delle prestazioni e alle possibilità di promozione.
Queste politiche più rigide di RTO potrebbero alimentare una competizione tra i dipendenti, spingendoli a recarsi in ufficio prima dei colleghi.
Addio occhiaie.
Mentre i nuovi dati suggeriscono un rinnovato impegno per il pendolarismo mattutino, è cruciale chiedersi se questa maggiore presenza in ufficio si traduca effettivamente in una produttività più elevata.
Cresce la preoccupazione che concentrarsi esclusivamente sulla presenza fisica possa portare al fenomeno del “presenzialismo”, soffocando innovazione, creatività e soddisfazione lavorativa complessiva. Il lavoro remoto si è dimostrato un modello valido ed efficace per molti, offrendo un migliore equilibrio tra vita professionale e privata.
Man mano che le aziende affrontano il futuro del lavoro, non dobbiamo tornare del tutto alla rigidità del tradizionale 9-17. I dipendenti devono sentirsi liberi di conciliare impegni personali e lavoro. Anche aziende come Poste Italiane, che ha ordinato ai dipendenti di tornare in ufficio cinque giorni a settimana, hanno riconosciuto che “vi saranno comunque occasioni in cui lavorare da casa sarà necessario”.
Fomentando una cultura basata sulla fiducia, e non sulla puntualità, le aziende possono sfruttare i benefici sia del lavoro in ufficio che di quello remoto, raggiungendo una forza lavoro più produttiva e coinvolta (con meno occhiaie).