Quando anche in Italia è iniziato il dibattito sul tema dell’equilibrio al lavoro, è stato a lungo incentrato sulla tonalità emotiva dell’incredulità in merito a quanto fosse utile tale riflessione. Scrive Davide Coppo su Rivista Studio in La gamification del benessere:
<<[…] l’idea di fondo è che avere un lavoro è un privilegio e per questo privilegio bisogna dire grazie, indipendentemente dalle condizioni effettive in cui ci si trova a lavorare. C’è una sostanziale differenza tra il lavoro cui è stata educata la generazione cresciuta nel boom economico e quello odierno>>.
Forse la generazione più giovane al lavoro oggi ha capito che sta lavorando troppo. Vorrei partire da un dato, quante ore lavoriamo mediamente all’anno in Italia? C’è la ricerca di Our World in Data che lo certifica: 1.723 ore. Per capirsi, tra le economie sviluppate siamo ai vertici, dietro ovviamente a Cina (2.174 ore) e Corea del Sud (2.063 ore), ma in linea con Stati Uniti (1.757 ore) e Giappone (1.738 ore). In confronto, in Germania, prima economia europea, si lavorano 1.354 ore.
Tuttavia, nel caso riuscissimo a lavorare un po’ meno e un po’ meglio, siamo sicuri che riusciremmo a vivere in maniera serena il nostro tempo libero? Ovvero, in un’epoca in cui la gamification - ne abbiamo parlato in un recente articolo - si è estesa a molti aspetti della nostra vita, sappiamo ancora che cos’è il work life balance?
Peraltro, in un prossimo nostro articolo parleremo di “oziofobia”, il termine coniato dallo psicologo spagnolo Rafael Santandreu per definire un senso di inquietudine e ansia quando ci concediamo del tempo libero.
Sempre Coppo continua nella sua riflessione: <<[…] il momento del più assoluto riposo, della non-produttività per eccellenza, diventa anche quello dedicato alla competizione. Questo nasconde il terzo grande problema della gamification e del tech-liberismo: la guerra totale, senza esclusione di colpi, al tempo vuoto, alla noia, all’assenza di stimoli>>.
Su questo annoso tema Smart Working Magazine continua il suo approfondimento, lo troverete nel in "Questione di Equilibrio", la nostra newsletter dedicata all’equilibrio tra vita e lavoro.
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