L’ascolto è un’abilità potente e trasformativa, soprattutto quando si tratta di affrontare le sfide della salute mentale. Va al di là della semplice percezione delle parole pronunciate da un altro individuo, bensì è un atto di connessione profonda e di comprensione empatica.
L’ascolto coinvolge un livello più profondo di comprensione e connessione, cogliendo i segnali paraverbali e non verbali che trasportano emozioni, paure e desideri degli altri. Quando si tratta di salute mentale, l’ascolto diventa un ponte vitale per comprendere le esperienze interiori di chi affronta sfide emotive e psicologiche.
L’ascolto attivo
Carl Rogers (1902-1987), celebre esponente della psicologia umanistica statunitense, ha presentato nell'opera Client-Centered Therapy (1951) il concetto di ascolto attivo, delineando una sequenza di fasi cruciali: osservare e ascoltare il messaggio verbale dell’interlocutore; fare un’ipotesi su ciò che sta provando a livello di emozioni e sentimenti; comunicare la propria impressione, ma senza imporsi; aspettare la conferma o la correzione dell’interlocutore.
Rogers riteneva che l’ascolto attivo fosse una modalità di interazione che favorisce uno scambio positivo. Queste fasi, se integrate durante una conversazione, possono influenzare positivamente la modifica delle opinioni dell'interlocutore. Questo approccio si basa sul principio della circolarità della comunicazione, che sostiene che il trattamento ricevuto dall'altro dipende dall'atteggiamento che si adotta. Se si risponde con ostilità o rabbia, si otterrà una reazione simile. Invece, se si incoraggia il ragionamento dell'interlocutore e si lo aiuta a elaborare delle deduzioni, è più probabile che sia disposto a considerare il punto di vista altrui e ad accettare opinioni diverse.
Sospendere il giudizio: accettazione incondizionata
L’ascolto attivo richiede la capacità di sospendere il giudizio e accogliere l'altro/a senza preconcetti. Nella sfera della salute mentale, questo approccio aperto e non giudicante è cruciale per creare un ambiente in cui le persone si sentano libere di esprimere le proprie emozioni senza timore di essere giudicate o rifiutate. Accettare incondizionatamente la persona, senza critiche o condanne, è il primo passo per costruire fiducia e favorevoli condizioni in ogni contesto, a maggior valore in uno lavorativo basato sulla collaborazione reciproca.
L’ascolto richiede un impegno emotivo e mentale per comprendere davvero il punto di vista dei colleghi, un tipo di presenza empatica che può essere determinante per chi si trova in un momento di difficoltà.
Attenzione al linguaggio non verbale
La comunicazione non verbale svolge un ruolo fondamentale nella costruzione di relazioni efficaci e durature sul posto di lavoro. I gesti, le espressioni e il linguaggio del corpo sono strumenti potenti per dimostrare attenzione e interesse durante le interazioni professionali.
Ad esempio, attraverso piccoli gesti come annuire durante una conversazione, sollevare gli occhi in segno di comprensione o sorridere in modo amichevole, si può comunicare al proprio interlocutore un genuino coinvolgimento nella discussione. È importante mantenere un costante contatto visivo, evitando di distogliere lo sguardo o guardare altrove, poiché questo può trasmettere disinteresse o mancanza di attenzione.
Se altre persone cercano di interrompere la conversazione, è opportuno scusarsi cortesemente con il collega e suggerire di continuare il dialogo in un momento successivo. Questo dimostra impegno nel dare importanza alle parole dell'altro e favorisce un atteggiamento di ascolto attivo e rispettoso. L’ascolto attivo è quindi fatto da tante piccole gentilezze, è un atto che può influenzare positivamente la vita di chiunque, ricordiamocene anche quando siamo al lavoro!