Reply S.p.A. - la società di servizi di consulenza, system integration e digital services fondata a Torino nel 1996 da 1,25 miliardi di euro di fatturato – ha effettuato una ricerca sull’hybrid work. L’abbiamo scoperta sul sito della società guidata dalla CEO Tatiana Rizzante e abbiamo pensato di proporla su Smart Working Magazine.
Ciò che emerge dall’indagine che Reply ha realizzato insieme a Trend SONAR, la piattaforma proprietaria di rilevamento e monitoraggio delle tendenze basata sull’intelligenza artificiale, con il supporto di PAC Teknowlogy Group, è una maggiore produttività e collaborazione evoluta derivante dai nuovi modelli di lavoro ibridi. Essi stanno diventando la nuova normalità aziendale. In particolare, hanno stimato i principali trend di mercato in base ad analisi di studi di settore ed evidenze raccolte presso i loro clienti confrontando i dati di due diversi cluster di Paesi: gli “Europe-5” (Italia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Belgio) e i “Big-5” (USA, Regno Unito, Brasile, Cina, India).
L’evidenza è che l’efficacia e le performance del modello del lavoro ibrido fanno presagire che non si tornerà più indietro, accelerando la trasformazione digitale delle aziende. L’innovazione tecnologica tenderà sempre di più a rendere minimi i limiti legati alla collaborazione a distanza, la nuova normalità non prevede il ritorno a tempo pieno in luoghi di lavoro fisici come prima, quanto maggiore flessibilità e alternanza presenza/ da remoto. Questo approccio rivoluzionerà il design degli uffici – saranno necessari spazi minori e aumenteranno i coworking - la cultura del management e favorirà un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata. Una conseguenza di lungo termine sarà anche quella di trattenere i talenti, oggi sempre più attratti dallo smart working.
Filippo Rizzante, CTO di Reply, ha dichiarato: “Il digitale e la tecnologia hanno rimodellato il futuro dell’employee experience. […] Il passaggio a modelli di lavoro a distanza e flessibili rimarrà in una certa misura permanente e la nuova cultura aziendale dovrà accogliere la dimensione digitale come parte integrante delle routine di lavoro quotidiane, facilitando le connessioni sociali e la comunicazione anche a distanza. Temi come la sostenibilità e il benessere dei dipendenti saranno sempre più parte integrante del DNA di una azienda.”
Nello scenario del lavoro ibrido, a livello infrastrutturale, il cloud computing sta diventando lo standard, tanto che la spesa per le tecnologie di cloud pubblico e privato rappresenta già più della metà della spesa infrastrutturale globale e raggiungerà i due terzi entro il 2024. Un altro trend che la ricerca di Reply evidenzia è la diffusione dell’hyperautomation: basata anch’essa sull’intelligenza artificiale, applica l’automazione anche ad attività a valore. Si prevede che quasi la metà delle più grandi aziende globali supporterà i lavoratori con tecnologie intelligenti progettate per aiutare le interazioni complesse entro il 2025.
Anche la cybersecurity rientra tra le principali tecnologie abilitanti del lavoro ibrido, aggirando l’ostacolo della vulnerabilità delle reti aziendali. Per questa ragione la sicurezza è stata una delle maggiori aree di investimento del 2021 e non sarà un trend di breve durata.
Una forte attenzione alla sostenibilità accompagna il modello del lavoro ibrido. La forza lavoro, in particolare le nuove generazioni, sono alla ricerca di aziende che operino in modo responsabile e sostenibile dal punto di vista ambientale e con standard di sostenibilità ambientale e sociali chiari e misurabili.
Ovviamente, parlando di benessere dei lavoratori, la salute mentale e la qualità della vita stanno acquisendo sempre più rilevanza nel contesto del lavoro ibrido, fattore essenziale per trattenere talenti e contrastare il fenomeno delle Grandi Dimissioni, con quasi la metà degli under 35 che, secondo dati globali, ha pensato di lasciare il proprio lavoro qualora fosse costretto a tornare a lavorare in ufficio a tempo pieno.