Un anno fa assumevo l’incarico di Direttore di redazione di Smart Working Magazine, così vorrei condividere con i lettori un pensiero sull’attività che come testata abbiamo fatto, nonché sul valore dei nostri contenuti. Smart Working Magazine è sempre stato più di un magazine, la voce di una comunità che cercava una risposta alle domande scaturite dal progressivo interesse sulla cultura del lavoro da remoto e il worklife balance.
Ma la realtà dell’editoria in Italia e all’estero è di grande crisi e segnata da numerosi tagli. Non sono in difficoltà solo i piccoli quotidiani ma anche i più grandi, un esempio su tutti il Washington Post. Non molti giorni fa è stato pubblicato il comunicato sindacale del gruppo Condé-Nast (quello che pubblica Vogue, Vanity fair o Wired, tra gli altri, per intenderci…) che denunciava nuovi tagli al personale in arrivo.
Dal 2021 è in atto una vasta riorganizzazione internazionale che è costata un altissimo numero di uscite tra giornalisti e grafici editoriali e la chiusura di testate importanti.
Pensiamo a Vice, una delle testate protagoniste del giornalismo digitale che dopo trent’anni (fondata in Canada nel 1994) ha dichiarato bancarotta. Se fate un giro sul loro “mitico” sito web vi renderete conto che – dopo il licenziamento di un centinaio di giornalisti alla guida delle varie edizioni nazionali – sono mesi che non è più aggiornato con nuovi articoli.
Ma voglio raccontarvi un’altra storia. Nel giugno del 2021 ha vinto il Premio Pulitzer per il giornalismo – grazie a un reportage sui migranti in America – una rivista fondata nel 2014 a San Francisco e subito diventata molto influente e apprezzata: The California Sunday Magazine. Ironia della sorte, lo stiloso magazine aveva cessato le pubblicazioni otto mesi prima a causa della crisi post-Covid! D’altra parte negli USA durante la pandemia sono chiusi ben 75 tra magazine e quotidiani, alcune di queste testate avevano una storia centenaria alle spalle.
Tutta questa premessa perché occorre ricordare che quello che è stato pubblicato, con dedizione e indipendenza, non è scontato. A volte non siamo stati pronti, altre volte non siamo stati precisi, altre volte ancora avrete notato errori di battitura. Ma ogni volta che avete digitato www.smartworkingmagazine.com siete entrati in contatto con una comunità di giornalisti e esperti che hanno scelto di dedicare del tempo a delle storie sul “mondo del lavoro” che valevano la pena di essere raccolte e diffuse.
Ogni articolo che avete letto, ma anche ogni post LinkedIn che avete visto, è frutto di tanto impegno, tanta passione e poche risorse. Perché siamo indipendenti. E essere indipendenti in un Paese dove spesso le testate giornalistiche sono servite per vendere spazi pubblicitari anziché informare le persone non è facile.
Quindi, grazie per la vostra attenzione! Credo che Smart Working Magazine abbia davvero contribuito al dibattito culturale sui temi cruciali del futuro del lavoro. Rimanete informati sui nostri eventi, prendetevi un po’ di tempo per leggere le nostre varie categorie di articoli e iscrivetevi alla newsletter qui.