Cosa può insegnare il mondo del calcio alle dinamiche manageriali aziendali? Ecco la storia del Totaalvoetbal, l'innovativo stile di gioco che ha rivoluzionato il calcio olandese negli anni '70. La traduzione italiana di Totaalvoetbal è "calcio totale", un concetto che implica la sostituzione immediata di un giocatore che si sposta dalla sua posizione per mantenere l'integrità dello schema tattico.
Massima espressione di quel gioco fu la nazionale dell’Olanda che, guidata dal rivoluzionario tecnico Rinus Michels e capitanata dal campione assoluto Johan Cruijff, rappresentò una generazione di talenti che stravolse tutti gli stilemi del football negli anni Settanta.
La selezione in maglia arancione, ribattezzata “Arancia Meccanica” - dal titolo del film di Stanley Kubrick, uscito al cinema nel 1971 - arrivò in finale di Coppa del Mondo nel 1974 e nel 1978. Sfortunatamente le perse entrambe, ma entrò di diritto tra i miti del calcio. Ma vediamo dove sta questa “rivoluzione” di Michels, iniziata qualche anno prima in un club, l’Ajax di Amsterdam.
Un manager innovativo.
Prima di diventare selezionatore della nazionale olandese, Michels s’impose come manager dell’Ajax, dal 1965 al 1971, introducendo pratiche di gestione della squadra sconosciute all’epoca. Ma quella rivoluzione necessitò di alcuni passaggi che provo a riportare di seguito come altrettante lezioni manageriali.
1. La leadership
Assunto l’incarico all’Ajax, Michels capì che per portare disciplina in squadra era necessario stabilire delle precise regole e creare una distanza che gli permettesse di prendere decisioni legate “al campo”, senza necessariamente mettere in discussione anche i rapporti personali. La sua posizione di leadership doveva servire a spingere i calciatori a dare il meglio durante gli allenamenti.
2. Gli strumenti e gli obiettivi
Nonostante la consolidata tradizione sportiva in Olanda, ancora alla metà degli anni Sessanta il calcio era considerato come uno sport al limite del semi-professionismo e gli stipendi di un giocatore erano paragonabili a quelli di un insegnante. Michels ottenne dalla dirigenza un aumento dei compensi per i suoi uomini, in modo tale da motivarli e permettere loro di liberarsi dalle occupazioni materiali e concentrarsi solo sugli allenamenti. Tuttavia, prendendo quella strada, doveva essere chiaro a tutti che a quel punto “sarà una scelta che avrà delle conseguenze”, come disse in una riunione con lo spogliatoio. L’obiettivo era tornare a far vincere il campionato all’Ajax.
3. La collaborazione
Nel lavoro per costruire il suo meccanismo perfetto, un team di collaboratori di fiducia monitoravano il corretto svolgimento degli esercizi e le sessioni di allenamento. A fronte di un carico di lavoro sempre più duro, indicò alla squadra la mission con lo scopo di rafforzare il team mentalmente, oltre che fisicamente: mettere da parte l’idea che il calcio fosse una semplice somma di duelli individuali da vincere per avanzare lungo il campo, bensì un sistema armonico di linee di passaggio del pallone.
4. La ricompensa
Il duro lavoro pagò. Non si era mai visto niente del genere su un campo di gioco, specie per la disinvoltura fisica con cui un così costante impegno offensivo veniva gestito dal primo all’ultimo minuto. L’Ajax vinse tre campionati consecutivi e raggiunse due volte la finale di Coppa dei Campioni; la prima persa contro il Milan nel 1969, la seconda vinta contro il Panathinaikos nel 1971.
5. La celebrazione
Nel 1974 Michels venne chiamato a guidare la nazionale olandese, la cui ossatura era appunto essenzialmente costituita dai suoi migliori uomini all’Ajax. Il gioco dell’Arancia Meccanica, ammirato ai Mondiali di Calcio in Germania nel 1974 e in Argentina nel 1978, è il manifesto del Totaalvoetbal e l’alba del moderno gioco del calcio.
La lezione di Michels: avere una visione, ma anche una strategia.
Quindi, cosa può insegnare Michels ai manager d’azienda oggi? Probabilmente che si deve avere una visione e capire che - nel calcio come nel mercato - l’audacia premia chi ha anche una strategia per esaltare il talento del proprio team. Una decisione per l’impresa, così come la scelta di un gioco offensivo nello sport, può avere ripercussioni di vasta portata e bisogna farsi trovare pronti per le contromosse.
Inoltre, come l’allenamento è indispensabile per tenere alti ritmi di gioco per 90 minuti, così la formazione costante è l’essenza di un’azienda vincente. Attraverso percorsi formativi e di team building, i team sono più pronti ad affrontare sfide e cogliere nuove opportunità.
Rinus Michels non è stato solo un vincente quanto un campione, perché ha lasciato il gioco del calcio diverso da come l’aveva trovato. Proprio come hanno fatto alcuni grandi manager con le loro aziende, oggi è ricordato come una sorta di “Steve Jobs del pallone”.
Foto cover: Storie di Calcio