Parlando di settimana corta, la preferenza dei lavoratori italiani è molto chiara: secondo una recente ricerca dell’associazione Assirm, il 55% dei rispondenti sarebbe disposto a ricevere uno stipendio più basso pur di avere la settimana lavorativa di meno di 40 ore: una percentuale che sale fino al 62% all’interno della fascia di età 25-34 anni.
Dati, questi, che sottolineano la forte volontà delle persone di riuscire a conciliare meglio vita lavorativa e vita privata e che, per fare questo, sognano la possibilità di poter ottenere una riduzione delle ore lavorative settimanali. Un’idea che desta sempre più interesse e che, se sperimentata e adottata, potrebbe davvero portare notevoli benefici per entrambe le parti in causa: miglioramento del sonno, abbassamento dei livelli di stress, e giovamento a livello di vita personale e salute mentale per le persone, ma anche diminuzione delle spese (come buoni pasto e consumi) e attrattività per i nuovi talenti, che le aziende non devono sottovalutare.
Settimana corta: esperimenti e attuazione
La settimana corta non è un’utopia. Come vi abbiamo raccontato in un articolo di qualche mese fa, infatti, in alcuni Paesi europei sta già prendendo piede. Ne è un esempio l’Islanda, che già tra il 2015 e il 2019 aveva lavorato a un progetto pilota, promuovendo la settimana lavorativa da 35-36 ore invece che 40, senza riduzione di stipendio. Una riduzione sperimentata anche dalle aziende del Regno Unito, del Belgio, Galles e Scozia. A queste si potrebbe aggregare presto la Spagna, considerando la recente conferma del premier Pedro Sanchéz, che all’interno della sua agenda politica ha come obiettivo la riduzione della settimana lavorativa da 40 a 37,5 ore senza cambiamenti salariali.
E in Italia? Nonostante la settimana corta sia una possibilità che alcuni politici stanno auspicando, non sono molte le aziende che la stanno già mettendo in atto. Oltre a giganti come Lavazza e Intesa, anche alcune aziende venete, tra cui spicca Rigoni di Asiago, azienda leader delle marmellate e creme spalmabili, hanno iniziato a sperimentare la settimana corta.
La strada è ancora lunga, ma se è vero che, come diceva Frank Zappa “Senza deviazione dalla norma, il progresso non è possibile”, lavorare per un obiettivo importante come la settimana corta potrebbe davvero aprire la strada a nuove prospettive di benessere ed efficienza.