Riportiamo tradotto un articolo da Bloomberg che auspica il lavoro ibrido diventi la norma. Gli esperti ci dicono che lo smart working offre una rara opportunità per rilanciare economie stagnanti.
I "colletti bianchi" di oggi stanno vivendo una trasformazione radicale della vita professionale, secondo Bloomberg sta già iniziando a far ripartire la produttività economica e ad accelerare l’innovazione.
La pandemia negli USA – come ovunque, peraltro - ha indebolito l’attrazione gravitazionale dei centri urbani. I viaggi del trasporto pubblico nelle città sono diminuiti, così come le vendite nella ristorazione, mentre la domanda di immobili in campagna è in aumento. Nel 2020 gli americani si sono dedicati più al tempo libero e alle attività domestiche, sostituendo la vita da pendolare con la vita “reale”.
Secondo un recente studio su oltre 30mila dipendenti statunitensi - realizzato da un’equipe di accademici di vari istituti - lavorare da casa almeno un giorno alla settimana aumenterà la produttività del 4,8% man mano che l’economia post-Covid prende forma. José María Barrero dell’Instituto Tecnológico Autónomo de México sottolinea che gran parte di questo aumento deriva dalla riduzione dei tempi di spostamento, un fattore solitamente non rilevato dagli economisti. Steven J. Davis dell’Università di Chicago, un altro degli autori dello studio sulla produttività, trae la conclusione che questa trasformazione offrirà vantaggi duraturi e conseguenze positive a tempo indeterminato.
Il confronto sulla produttività con l’era pre-Covid.
Gli indizi c’erano da alcuni anni. Nel 2013, uno studio fondamentale di Nicholas Bloom della Stanford University – quindi siamo nella tecnologica Silicon Valley - aveva scoperto che chi faceva remote working aveva aumentato la produttività del 13%. Una ricerca simile dell’Università di Oxford nel 2019 aveva aggiunto che le persone erano più felici in smart working e i paesi con produttività stagnante dovevano prestare attenzione al fenomeno (quindi anche l’Italia, aggiungiamo noi).
Secondo Bloomberg Economics, nel 2019 la Gran Bretagna era rimasta indietro del 15% rispetto alla tendenza pre-crisi (2011 - 2012) per la produttività totale. Un crollo esacerbato dalla Brexit e dall’invecchiamento della popolazione. I coetanei europei avevano pure faticato, mentre gli Stati Uniti avevano difficoltà a staccarsi dal gruppo degli “stagnanti”.
Nonostante tutto l’ottimismo che circonda questi cambiamenti, alcuni economisti prendono con cautela le varie note sulla produttività attuale aumentata durante il 2020.
I dubbi di alcuni economisti sull’effettivo aumento della produttività.
Sebbene una recente ricerca della Federal Reserve Bank di San Francisco riconosca che cambiamenti radicali nel modo in cui le persone lavorano potrebbero aumentare l’efficienza, qualcuno mette in guardia contro la lettura dei recenti guadagni in termini di produttività come dovuti a un maggiore lavoro da casa, citando distorsioni nella lettura dei dati.
La Banca d’Inghilterra sospetta che i meeting online “potrebbero essere percepiti come più impegnativi”. Uno studio condotto da Michael Gibbs dell’Università di Chicago ha rilevato che molti lavoratori hanno dedicato più ore per svolgere le stesse mansioni da casa, poiché il tempo concentrato è stato interrotto da distrazioni domestiche, ad esempio la compresenza di bambini nel solito spazio. La ricerca ha pure sospettato che le persone possono esagerare la loro produttività nei sondaggi per incoraggiare l’adozione durevole del lavoro ibrido.
L’ex consigliere del governo britannico Giles Wilkes è invece più ottimista. Nella recente pubblicazione del rapporto sui problemi di produttività della Gran Bretagna ha sostenuto che << […] Il lavoro ibrido rappresenta un cambiamento nei modelli sia della domanda che dell’offerta in un modo che fa avanzare l’economia>>.
Conclusione: possibili trasformazioni dell’economia dal lavoro ibrido.
Mentre il lavoro ibrido sta prendendo campo tra i dipendenti più istruiti e ben pagati, meno della metà della forza lavoro ha questa opzione, riporta il McKinsey Global Institute. Nel Regno Unito solo il 36% delle persone ha lavorato da casa durante il 2020, anche durante il lockdown. Tuttavia, secondo l’economista dell’Università di Oxford Abigail Adams-Prassl, poiché più lavoro si svolge lontano dagli uffici tradizionali, i lavoratori godranno di più della vita in comunità, del benessere e sperimenteranno nuove conoscenze tecniche, favorendo nel tempo una distribuzione dei redditi più equa.
Il lavoro ibrido ha anche il potenziale per incoraggiare nella forza lavoro una platea più diversificata di persone, riducendo i problemi di produttività di vecchia data con le capacità di persone che altrimenti non lavorano o lavorano part time, sostiene Davis sempre nella sopracitata ricerca. Tra loro, giovani madri e persone che vivono lontano dalle opportunità dei grandi centri urbani. L’Ufficio per le Statistiche Nazionali del Regno Unito ha infine affermato che la flessibilità del lavoro ibrido potrebbe incoraggiare pure lavoratori più anziani a rimanere nella forza lavoro più a lungo. Una priorità non da poco per tutte quelle economie che affrontano l’invecchiamento della popolazione e pagano miliardi in pensioni a tante persone che sarebbero ancora in età produttiva.
L’articolo originale in inglese a firma Libby Cherry è stato pubblicato il 26 agosto 2021 su Bloomberg.com