Debora Russi è AD di PARCfor, una start up lombarda che sviluppa sistemi innovativi per la prevenzione e la promozione della salute muscolo-scheletrica. In veste di consulente e formatrice sui disturbi muscolo-scheletrici, le abbiamo chiesto un parere sull’aumento dei problemi fisici conseguenti al remote working improvvisato da milioni di italiani in luoghi non consoni durante il lockdown.
Quali disturbi fisici vanno incontro i milioni di italiani che sono in home working?
Attualmente ci sono 6 milioni di italiani che lavorano in modalità smart, home o remote working - sul vostro magazine avete già affrontato la distinzione tecnica e non entro nel merito – in ogni caso, come premessa, vorrei sottolineare che già ai tempi del D.Lgs 81/2008 i rischi del “videoterminalista” sono stati sottovalutati. Questo perché abbiamo una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro “anti-infortunistica”, orientata principalmente ai rischi gravi per la sicurezza.
Significa, ad esempio, massima attenzione per quello che può causare malattie professionali, infortuni gravi, menomazioni o addirittura morte, ma poca sugli aspetti di salute che procurano disagi e fatiche costanti al lavoratore.
Ciò è dipeso dalla spinta emotiva che portò al Testo Unico sulla Sicurezza, ovvero il rogo alla ThyssenKrupp di Torino nel 2007, dove morirono sette operai.
Indubbiamente, ma in realtà tutta la normativa del settore per anni ha difettato di questa sensibilità. Però adesso, dato che non mancano gli studi a dimostrazione dei danni della sedentarietà protratta - cosa che fino a dieci anni fa, in Italia, non se ne parlava – c’è fortunatamente un dibattito sul problema.
Oggi è indubbio che un videoterminalista, che rimane seduto per circa 8 ore, subisce delle ripercussioni sulla salute che nemmeno un’attività fisica regolare riesce a compensare.
Considerando il numero di persone che hanno traferito l’ufficio a casa, non c’è da meravigliarsi della quantità di disturbi muscolo-scheletrici che emergeranno.
Le condizioni ergonomiche negli uffici erano vagamente presidiate - una sedia e una scrivania a norma è garantita a tutti – ora, con il lavoro da remoto forzato, molte persone si trovano con un portatile con il quale passano dal divano alla cucina in barba ai criteri minimi di ergonomia della postazione. Ciò che minaccia la salute di chi lavora al computer da casa, come in ufficio, non è solo il “banale” disturbo da posture incongrue. Infatti, in realtà, ci sono ben cinque sovraccarichi importanti a cui va incontro il videoterminalista:
l’affaticamento della muscolatura intrinseca dell’occhio che genera affaticamento visivo e dolori cervicali è sempre più diffusa e frequente. Nella maggior parte dei casi all’origine del problema vi è uno sforzo visivo troppo intenso e prolungato, legato soprattutto all’utilizzo di videoterminali;
dopo solo mezz’ora di lavoro da seduti, benché in posizione corretta, il disco intervertebrale subisce una pressione eccessiva;
appena dopo 45 minuti inizia un processo di indebolimento muscolare e già dopo due ore il sistema cardio circolatorio rallenta;
poi ci sono i rischi “moderni”, tipo il collo a tablet dovuto alla postura del collo dal prolungato utilizzo di laptop e ancora di più di smartphone. Ci sono studi che dimostrano i kg di pressione sul tratto cervicale a seconda del grado di flessione del capo;
infine, l’ultimo sovraccarico è quello derivato da sforzi ripetuti su mouse e tastiera: tendiniti, tenosinoviti, tunnel carpale sono le conseguenze di questi movimenti.
Cosa si può fare per ridurre queste tensioni?
Il bisogno di movimento si rivelano essenziali per il buon funzionamento del corpo umano. Bisogna continuare a fare movimento, evitando sedute sbagliate sul divano di casa e adottando buone routine. In particolare:
evitare di accavallare le gambe per lunghi periodi di tempo;
bere almeno 8 bicchieri di acqua, i muscoli rimangono più idratati;
telefonare con gli auricolari infilati, mentre si cammina per casa;
alzarsi dalla sedia ogni 45 minuti ed eseguire brevi ma efficaci esercizi per braccia, gambe e schiena.
Infine, sarebbe ideale impostare più sveglie durante il giorno per ricordarsi di alzarsi e muoversi.