In concomitanza con l'esplosione dello smart working, anche in Italia sono molteplicati i saggi che trattano l'argomento. Dato che a fine anno in molti campi si stilano classifiche, anche noi stiamo al gioco e vi proponiamo tre libri del 2020 sul tema a noi caro. Ecco la nostra selezione, a chi vorrà recuperarli auguriamo buona lettura!
Domenico De Masi: "La rivoluzione del lavoro intelligente"
Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma, è considerato il maggiore studioso e teorico italiano dello smart working. Già a suo tempo tra i primi a credere nel telelavoro, ora più che mai con “Smart Working. La rivoluzione del lavoro intelligente”, edito da Marsilio, è convinto che da questa strada non si debba tornare indietro.
La premessa è un dato di fatto, all’inizio del 2020 solo 570 mila italiani lavoravano in modalità agile. In primavera, con l’isolamento imposto dal Covid-19, sono improvvisamente diventati 8 milioni. Cosa è successo nel frattempo, e che cosa avverrà in futuro?
Quali sono i motivi che finora hanno impedito il diffondersi di una modalità di lavoro più produttiva, ecologica, meno costosa e stressante? E come cambierà, sul lungo periodo, la routine quotidiana finora scandita dall’alternanza tra ufficio e tempo libero? Per rispondere a queste domande, ecco il frutto di quarant’anni della sua ricerca nel settore.
Tra l’altro, durante i mesi del lockdown, ha coordinato un’indagine a tutto campo, giungendo alla conclusione che quello in atto sia solo l’inizio di un processo rivoluzionerà non solo il tempo e il luogo del lavoro, ma il suo significato, il suo contenuto e il suo ruolo.
De Masi ci restituisce un’immagine aggiornata della realtà quotidiana di milioni di lavoratori e offre gli strumenti per capire quanto dovrà fare l’Italia per adeguarsi ai tempi che evolvono. Il problema? I manager che hanno una resistenza patologica al cambiamento.
Lavorare da casa, secondo numerosi studi scientifici, aumenta la produttività del lavoro del 20%, che è esattamente il gap che ci divide dalla Germania.
Il testo è ricco di contributi di altri esperti in materia. Segnaliamo Chiara Saraceno, la famosa sociologa che per molti anni ha retto la cattedra di Sociologia della Famiglia all’Università di Torino, e Marco Bentivogli, il giovane ex segretario generale della Federazione Italiana Metalmeccanici (FIM CISL). Proprio di quest’ultimo presentiamo il suo ultimo libro.
Marco Bentivogli: "In-dipendenti"
Marco Bentivogli, è un noto sindacalista, che ha ricoperto dal 2014 al 2020 il ruolo di segretario generale della Federazione Italiana Metalmeccanici (FIM CISL). Durante la sua attività sindacale si è trovato ad occuparsi di alcune delle vertenze italiane più difficili e note degli ultimi dieci anni: Alcoa, Lucchini, Ilva, Acciai Speciali Terni o Indesit-Whirlpool.
A gennaio 2018, insieme all’allora Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ha lanciato dalle pagine del Sole 24 Ore il Piano industriale per l’Italia delle competenze.
L’obiettivo è quello di promuovere il rilancio del Paese con una strategia costruita sui pilastri delle competenze, l’impresa e il lavoro. Nel pensiero di Bentivogli il sindacato deve essere un soggetto moderno, luogo pubblico delle aspirazioni dei giovani e contrario ai “diritti acquisiti”. Accogliamo con interesse “Indipendenti. Guida allo smart working” uscito in estate per Rubbettino Editore.
Nel testo si mettono in luce i vantaggi del lavoro agile senza però trascurare i pericoli di un utilizzo improprio, ecco quindi che l’autore propone una guida pratica come percorso per realizzarlo nelle organizzazioni e per regolare meglio diritti e doveri dello smart worker.
Il messaggio è che lo smart working è un lavoro “intelligente” perché valorizza la reciprocità e trasferisce quote di responsabilità e libertà alle persone, favorendo il loro benessere e la produttività.
Il titolo In-dipendenti, non si riferisce alla nuova categoria di lavoro emergente ovunque nel mondo, fuori dal lavoro subordinato (dipendente) ma altrettanto dal lavoro autonomo. Infatti uno degli ingredienti dello smart working è l’autonomia e non l’indipendenza.
Il libro vuole sottolineare proprio che le organizzazioni e le imprese che creano ‘dipendenze’ sono nocive, ingabbiano le energie migliori degli esseri umani. Per questo avere lavoratori in-dipendenti, responsabili e felici deve diventare un obiettivo generale.
In questa transizione però le imprese non vanno lasciate sole. Servirà una collaborazione da parte di governo, imprese e parti sociali e un grande piano di reskilling per coloro che sono fuori dal mercato del lavoro.
Michel Martone : "Il lavoro da remoto"
Michel Martone, professore ordinario di Diritto del Lavoro presso la Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, è un giurista che ha ricoperto la carica di viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociale dal 2011 al 2013 durante il governo di Mario Monti.
Il volume “Il lavoro da remoto. Per una riforma dello smart working oltre l’emergenza”, appena uscito per La Tribuna, è sicuramente dei tre il più tecnico, indicato per chi è già esperto in materia.
Martone affronta, attraverso una serie di approfonditi contributi dei più autorevoli esperti della materia, tutte le principali problematiche che il ricorso allo smart working ha posto nel corso dell’emergenza pandemica per quasi 8 milioni di lavoratori. Più nello specifico analizza, sotto il profilo giuridico, sociale, economico e sanitario, le necessità organizzative e gestionali delle imprese che adottano il lavoro agile.
L’opera cerca di inquadrare l’impiego da remoto anche in rapporto alle discipline del lavoro a domicilio, del telelavoro e dello smart working.
Da giurista affronta il problema del consenso del lavoratore, la trasformazione dei poteri del datore di lavoro e i nuovi diritti e doveri degli smart workers, a partire da quello alla disconnessione o l’autonomia della prestazione del lavoratore.
Sempre in ambito giuridico ricade la trasformazione del potere di controllo e la tutela della privacy dello smart worker. E ancora, l’utilizzo dei dati personali la necessità di accordare un diverso rilievo ai risultati della prestazione, la tutela della salute e sicurezza, nonché tutta la disciplina dello smart working nel pubblico impiego.
Ampio spazio è infine dedicato all’approfondimento della legislazione emergenziale: dai protocolli sanitari per il contrasto del Covid-19 ai principali contratti collettivi che hanno disciplinato la materia nel corso del lockdown.
Il valore del libro sta anche nelle proposte di riforma legislativa che l’autore avanza per favorire il radicamento dello smart working. La visione del legislatore deve andare oltre l’emergenza e consentire ad imprese e lavoratori di cogliere questa straordinaria opportunità di modernizzazione economica e sociale.