Il modo in cui siamo occupati, la burocrazia, le gerarchie, il conformismo… Tutto sembra strutturato per rallentarci, renderci insoddisfatti e infine improduttivi. Le nostre organizzazioni non stanno funzionando bene, è tempo di aggiustarle sostiene Aaron Dignan nel suo saggio “Brave New Work”, titolo che parafrasa il celebre romanzo di fantascienza di Aldous Huxley. Il quarantenne newyorkese è uno dei consulenti d’azienda più noti e con la sua ONG The Ready ha assistito multinazionali del calibro di General Electric, American Express, e Pepsi. Il suo lavoro? Far scoprire alle aziende il modo migliore in cui possono operare con un cambio di mentalità.L’assunto di partenza è che le organizzazioni non sono macchine da poter controllare e programmare. Stiamo parlando di un complesso sistema di relazioni umane che devono liberare il potenziale delle persone, non opprimerlo:
[…] dobbiamo andare più veloci, essere più innovativi, prendere decisioni migliori e sprecare meno tempo. Abbattere i muri e lavorare orizzontalmente. Semplifichiamo la nostra struttura, concentriamoci sul cliente invece che su troppi report per e-mail e riunioni. Aumentiamo il flusso di informazioni e se necessario cambiamo il nostro modello di business. L’organizzazione che funziona riesce a mantenere i talenti che ha e ad attirarne di nuovi.
La ricetta è ancora una volta mettere le persone al centro rispetto all’ossessione dei risultati a breve termine. Quindi cosa dice Dignan ad alcuni dei manager più importanti d’America?
Prendete le decisioni ma date a tutti la libertà di scegliere quando, dove e come lavorare. Le priorità strategiche dell’azienda devono essere esplicite, quindi rendete quasi tutte le informazioni trasparenti e accessibili. Abbandonate tutti questi budget annuali e piani e cercate di adattarvi continuamente al mercato. Eliminate meeting autoreferenziali e altri spettacoli burocratici e pensate a rendere la vostra squadra dinamica: ovvero dare a tutti una voce nel plasmare l'organizzazione!