Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della visita al distretto della meccanotronica di Reggio Emilia, 48 ore prima che il Consiglio dei Ministri varasse il "Decreto Lavoro", ha invitato a colmare le disuguaglianze territoriali e garantire i diritti costituzionali anche nelle nuove forme di produzione.
«Un nuovo mondo del lavoro si affaccia e si affianca a quello esistente – ha detto Mattarella – e dobbiamo saper inverare i principi costituzionali nei nuovi modelli produttivi con eguale saldezza». Inoltre, stigmatizzando il precariato - «la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero, la cui remunerazione non permette di condurre una esistenza decente. Ma è necessario affermare con forza, invece, il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto» - è sembrato voler anticipare dei contenuti del decreto che il governo stava per approvare, simbolicamente nella data del 1° maggio.
Il decreto è ancora oggetto di studio tra i giuslavoristi, ma non sono mancate le prime critiche: opposizione ideologica al salario minimo, allargamento dell'uso dei voucher, estensione dei contratti a termine. E il tanto sbandierato taglio del Reddito di Cittadinanza. Su questo punto pare contenta solo Confindustria, ma non è certo un mistero che la premier Giorgia Meloni puntasse a ricevere la loro approvazione con questa misura.
Un capitolo importante è quello di lasciare più soldi in busta paga. «Abbiamo usato un tesoretto di 4 miliardi per il taglio del cuneo fiscale» ha annunciato la Presidente del Consiglio con un video, soddisfatta per l'alleggerimento della pressione fiscale su molti lavoratori delle piccole imprese. I quali, socialmente vicini ai loro titolari, preferiscono fidarsi più di questa misura che della promessa di futuri investimenti. Ma poi i conti devono tornare, sicché c'è un rischio: da una parte crediti d'imposta e riduzione del costo del lavoro, dall'altra tagli ai servizi sociali che finiscono per colpire proprio quelli che credevano di beneficiare dei bonus annunciati.
Insomma, temo che un governo a corto di idee si dimentichi proprio del "lavoro" a cui faceva riferimento Mattarella e - a fronte di una stagnazione economica di lungo periodo - si affidi alla vecchia ricetta neoliberista, quella ormai definita fallimentare anche negli Stati Uniti che per primi la sperimentarono.
Foto: Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella allo stabilimento Walvoil S.p.A. - Gruppo Interpump, durante la cerimonia in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro.