Alcune riflessioni con la responsabile marketing Antonella Cascio, sulla conciliazione tra vita familiare, lavoro da remoto e soluzioni tecnologiche
Qualche tempo fa avevo intervistato Marco Pasculli, manager della divisione italiana di NFON, l’unico provider di Cloud PBX a livello pan-europeo, scoprendo le loro soluzioni tecnologiche. Stavolta ho chiesto alla responsabile marketing Antonella Cascio cosa significa fare smart working a NFON ai tempi del Coronavirus. Di seguito alcune interessanti riflessioni scaturite dal nostro colloquio. Antonella è arrivata alla multinazionale tedesca dopo una significativa esperienza presso un’altra realtà di livello europeo che ha fatto la storia delle TLC: Nokia.
Da responsabile marketing di un’azienda che offre una tecnologia per favorire la comunicazione, ha osservato cambiamenti nel vostro business?
Ho visto che l’esigenza di informazione è esplosa, di conseguenza anche quella di comunicare. Noi quindi stiamo raccontando a tutti che cos’è un centralino in cloud, e come la nostra sia una soluzione valida per tutte le situazioni in cui sia presente un centralino, a prescindere dall’industry. In questo momento se chiami un’azienda purtroppo è facile che non ti risponda nessuno, eccetto chi ha un centralino virtuale. NFON ti permette di essere sempre reperibile, magari adesso, pur avendo il magazzino chiuso, la nostra soluzione sarebbe utile per tenere in contatto i reparti aziendali con clienti e fornitori.
Ad esempio non perdi l’opportunità di comunicare con un cliente se ti chiede una fornitura futura, quindi pur non potendolo incontrare puoi raccogliere un ordine e preventivarlo come se fossi in ufficio. Tra l’altro la nostra soluzione ha anche un vantaggio economico, perché non si hanno vincoli contrattuali e si paga ciò che si utilizza. Quello che offriamo, dopo il piccolo investimento iniziale per il set up, è un costo a consumo, modulare e scalabile mese per mese, evitando così di pagare i costi fissi di linea anche se in sede non c’è nessuno.
Com’era lo smart working a NFON Italia prima della pandemia?
NFON è una realtà che per sua natura tecnologica si sposa bene con lo smart working. A gennaio 2019 quando sono sbarcati in Italia c’era solo Marco Pasculli, il nostro manager, siamo cresciuti nei mesi successivi e ora siamo in 15, passare del tempo insieme ha permesso di creare un gruppo affiatato, tanto che dopo un anno stiamo portando avanti il business come se fossimo in ufficio. Se hai fatto caso oltretutto nella mia firma via mail trovi solo il numero fisso - e questo non perché non vogliamo dare il numero di cellulare ai clienti – ma perché basta quello per essere sempre e ovunque reperibile. Posso risponderti dal pc o dallo smartphone, dipende da ciò che ho a portata di mano.
Già prima dell’emergenza sanitaria, pur avendo noi la sede ad Assago in uno spazio di coworking, per me significava poter lavorare in qualunque coworking della catena fosse più vicino a dove mi trovassi, in seguito a un incontro con un cliente o per poter essere più comoda in base ai miei impegni familiari. Dato che di solito mi muovo con i mezzi pubblici, mi permetteva di essere operativa senza recarmi alla nostra sede “naturale”. Il nostro management ci ha sempre dato grande libertà, e mi capitava di andare in ufficio solo un paio di giorni a settimana e gli altri giorni gestirli in autonomia.
E invece com’è la conciliazione famiglia/ lavoro al tempo del Coronavirus?
Penso che chi si stia approcciando ora al mondo dello “smartworking” avrà a lungo un’impressione errata su come funzioni in realtà questa modalità di lavoro agile. Conciliare famiglia e lavoro, quando si è tutti nello stesso spazio non è assolutamente semplice. Smartworking significa però essere flessibili a livello di “luogo” ma anche di utilizzo del tempo, e lavorando così da sempre praticamente, per me non è stato complicato adattarmi.
Quindi tendenzialmente mezza giornata lavoro fisicamente davanti al computer, portando avanti quelle attività che necessitano l'utilizzo di software gestionali o simili. Il resto del tempo lo passo seguendo le bambine nelle loro attività (anche scolastiche) e gestendo il lavoro dal telefono. Nel caso mi rimetto al PC in serata qualora avessi qualcosa di urgente da portare a termine. Lavoriamo così dal 24 Febbraio e penso continueremo a farlo ancora a lungo. Ciò mi permetterà di poter seguire anche la mia famiglia, visto che le scuole non riapriranno per questo anno scolastico.
Vorrei chiudere chiedendole un ricordo sulla modalità di lavoro a Nokia, un’azienda che fu mitica per tutti quelli che hanno scoperto grazie a loro il primo telefono cellulare.
Sono arrivata a Nokia nel 2007 neolaureata per lavorare nel reparto marketing. Quello era il momento di picco della multinazionale scandinava che solo in Italia contava oltre 100 dipendenti. L’azienda già allora forniva a tutti una connessione VNP e tutti i tools necessari per fare smart working, consentendoti di lavorare ovunque. Appena entrata ho sperimentato da subito questa grande flessibilità di luogo e tempo, d’altra parte i finlandesi hanno questa filosofia e attenzione su come trattare i dipendenti.