È davvero difficile trovare aspetti positivi nella crisi pandemica che ci attanaglia da mesi. E, se anche ne trovassimo qualcuno, diventa quasi ingiusto enfatizzarlo per senso di rispetto verso chi ha sofferto e ancora sta soffrendo, sia da un punto di vista sanitario che economico.
Eppure, questa ossessiva ricerca della nuova e migliore normalità ci porta inevitabilmente a considerare ciò che è cambiato o sta cambiando in meglio e di assecondarne lo sviluppo. Questo anche a costo di rinunciare alla perfezione e a qualche must del passato.
Lo smart working ne esce vincitore, a prescindere da come è stato inteso, interpretato e attuato. Esce vincitore perché tutti ne parlano, perché moltissimi ci sono sbattuti addosso per la prima volta senza accompagnamento. Infine, esce vincitore perché è uno dei pilastri della nuova normalità.
Certo, non è propriamente quello che avevamo auspicato. Ed è ormai inutile sottolineare che la maggior parte dei lavoratori italiani ha sperimentato solo il remote working da casa, ma tant’è.
In tutto questo la Pubblica Amministrazione come se l’è cavata? Male, forse malissimo. Non tanto per i risultati che tuttavia hanno consentito di dare continuità ai servizi erogati (con alcune zone grigie che non mancano mai), quanto per l’incapacità di cogliere l’opportunità e utilizzarla per migliorarsi.
Troppe Pubbliche Amministrazioni stanno cercando scappatoie. Stanno negando che quello che è successo le ha cambiate davvero. Per assurdo alcune stanno negando il fatto stesso che lo smart working abbia fatto maturare una coscienza nuova e stimolato opportunità solo latenti.
Il POLA, la grande novità post Covid-19.
Per fortuna il legislatore stavolta ci ha azzeccato e ha previsto che il ritorno alla normalità non sarà indolore per i conservatori. Anzi proprio a loro ha dedicato un capitolo del POLA, quel piano che ogni Pubblica Amministrazione deve adottare per evolvere dallo smart working emergenziale a quello a regime ordinario. Quello del futuro e della nuova normalità.
Il legislatore ha riservato il capitolo della formazione obbligatoria per i manager pubblici. Formazione sulle competenze digitali, sulle competenze trasversali, sulla capacità di organizzare il lavoro da remoto, sulla misurazione dei risultati, ecc.
È davvero difficile trovare aspetti positivi nella crisi pandemica che ci attanaglia da mesi abbiamo detto, ma dobbiamo guardare avanti e questo è un orizzonte interessante per la Pubblica Amministrazione.
Noi ci proponiamo di accompagnare la PA e i suoi manager in questo percorso, con una squadra di professionisti che, in modalità multidisciplinare, porteranno il contributo sui temi che il POLA mette al centro di questo cambiamento.
Foto: Palazzo Vidoni Caffarelli a Roma, sede del Ministero della Funzione Pubblica
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